Lo scorso mese di agosto scorso nella favolosa Baia del Silenzio di Sestri Levante l’atmosfera è stata davvero magica.
In un silenzio surreale una moltitudine di giovani ballavano sulla sabbia, ognuno aveva la propria cuffia e poteva scegliere la propria musica tra i diversi generi suonati nelle diverse consolle.
Tornata dopo due anni di fermo dovuti alla pandemia, la Silent Disco ha portato di nuovo una ventata di divertimento nella città ligure, grazie alla partecipazione di oltre 5000 persone.
Quello della Silent Disco è un fenomeno che si sta sempre più diffondendo.
La spiaggia di Sestri Levante ne è solo un esempio, molto suggestivo e in linea con l’atmosfera vacanziera, ma anche diversi centri storici cittadini hanno ospitato questo nuovo modo di stare insieme ballando, e ormai il pubblico apprezza questo tipo di intrattenimento, che sino a pochi anni fa aveva molti detrattori.
E se da un lato si può storcere il naso di fronte all’idea di indossare la cuffia (che è per antonomasia sinonimo di isolamento), basta sforzarsi un attimo per andare oltre il pregiudizio e accorgersi che tutto sommato si tratta di un modo originale per divertirsi con la musica e il ballo, godendosi location altrimenti off-limits.
È un’occasione per dare nuova vita ai luoghi, vederli con un occhio diverso e per sentirsi liberi in ogni posto, pur sempre nel rispetto degli altri.
Si balla anche nei musei
Quello di Sestri Levante, ripreso da diversi quotidiani a tiratura nazionale, è solo uno di una serie di casi di successo, che hanno avuto luogo in diverse parti di Italia e in diverse occasioni: dalle consolle dei DJ piazzate sui balconi di un noto locale milanese (in occasione del fuorisalone), a diverse location catanesi, fino all’evento Silent Disco organizzato all’interno del MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma.
Chi avrebbe mai pensato di poter ballare all’interno di un museo, prima di questa innovazione “silenziosa”?
Locali trendy, location insolite e situazioni di grande richiamo, quindi.
Ma che ruolo può avere la Silent Disco nel caso di eventi più intimi e riservati?
Ha senso anche in un ambiente più familiare e ristretti?
Quanto la Silent Disco si sta diffondendo anche nel variegato mondo dei party privati?
Silent Disco: Non più un ripiego, ma una scelta consapevole
Secondo Jody Belli (CEO di ProfessionalWeddingDJ, DJ per matrimoni) “il Silent Disco Wedding” è una realtà che sta prendendo piede in modo sempre più massiccio.
Proposta all’inizio in alcuni casi specifici per soddisfare i clienti più esigenti (e scatenati), desiderosi di ballare fino a tarda ora, è diventato uno dei servizi “core” del progetto Professional Wedding DJ.
L’aspetto principale da valorizzare, secondo Jody Belli, è quello della libertà: è importante far presente agli sposi che, grazie alla Silent Disco, non vi sono limiti al proprio divertimento.
Indipendentemente dalla location che hanno scelto.
I più giovani apprezzano molto questa possibilità e sono loro stessi, talvolta a chiederla.
Le persone più mature sono ancora un po’ prevenute, ma piano piano questa cultura sta entrando anche nell’immaginario di chi non è più un millennial.
“Ma non è solo una questione di opportunità o di utilità” aggiunge DJ Jody, “il Silent Disco Wedding comincia a piacere a prescindere, per l’atmosfera surreale e suggestiva che regala alla festa di matrimonio, per l’effetto scenico delle cuffie a led, perché significa portare qualcosa di tendenza all’interno del proprio evento privato.
E con la strumentazione di qualità e la gestione di un professionista, la qualità audio è assicurata”.
Sembra dunque che la Silent Disco si candidi ad essere, in alcuni casi, il perfetto trait d’union tra location e music service, in un’ottica di piena soddisfazione degli sposi.
E per giunta è anche alla moda, il che non guasta di certo.
E i costi?
Beh, sotto questo aspetto, non sono poi dissimili da quelli necessari a un tradizionale set di casse acustiche e amplificatori, ma dipende dal numero di partecipanti: per cui, per fissare un preventivo, è fondamentale conoscere quanti ospiti ci sono, e se desiderano avere un DJ o due, per poter passare da un genere musicale all’altro spostando un semplice selettore che si trova nella cuffia.
Grazie alla possibilità di sfruttare frequenze diverse, infatti, le cuffie possono ricevere segnali differenti, e sta all’utente finale decidere su quale sintonizzarsi.
Ovviamente, è possibile switchare più volte durante la stessa serata per immergersi in atmosfere sonore differenti, alternandole a piacimento: è un po’ come avere a disposizione più sale di una discoteca tradizionale.