“Marchetta” è una parola apparentemente leggera, spesso utilizzata in modo ironico o colloquiale, ma con alle spalle una storia ricca di sfumature e significati. Dal giornalismo alla prostituzione, passando per il marketing digitale, il termine ha assunto accezioni diverse, tutte accomunate da un denominatore comune: la prestazione offerta per un tornaconto, priva di autenticità o valore intrinseco.
In questo articolo approfondiamo il significato di marchetta, le sue origini, i sinonimi, gli usi attuali — con esempi pratici — e analizziamo anche il profilo del marchettaro, figura ormai diffusa in numerosi contesti professionali.
Marchetta: significato attuale
Nel linguaggio contemporaneo, marchetta è spesso sinonimo di un lavoro svolto esclusivamente per denaro, senza alcun vero coinvolgimento personale o attenzione alla qualità. È un’attività commissionata, pensata più per compiacere il committente che per offrire un contributo autentico o indipendente.
Un esempio tipico? Un articolo pubblicato su un quotidiano o su un blog che esalta un prodotto, un evento o un personaggio in modo esagerato, senza rivelare che si tratta di un contenuto pagato. In ambito pubblicitario, la marchetta è il contenuto camuffato da opinione o informazione, spacciato per autentico, ma nato in realtà da una logica promozionale.
Origine del termine “marchetta”
L’origine del termine risale alle case di tolleranza di epoca prebellica. In quel contesto, le prostitute ricevevano un gettone — chiamato appunto marchetta — per ogni prestazione. Questo serviva sia a tenere il conto delle attività svolte, sia a regolare i pagamenti con la tenutaria del bordello.
La marchetta rappresentava quindi una prova tangibile di un servizio offerto per denaro, privo di coinvolgimento emotivo. Con il tempo, il termine ha mantenuto il nucleo semantico originario, estendendosi però a contesti culturali, professionali e comunicativi molto più ampi.
Il significato di marchetta nel giornalismo
Nel mondo dell’informazione, una marchetta è un pezzo redazionale scritto su commissione, spesso su richiesta di aziende, politici o agenzie, che si presenta come normale contenuto giornalistico. In realtà, si tratta di una forma di pubblicità occulta.
Rientrano in questa categoria le interviste finte, i comunicati stampa copiati e incollati, le recensioni iper-positive scritte su richiesta. Il problema più grave sorge quando non viene indicata chiaramente la natura promozionale del contenuto, tradendo la fiducia del lettore. La marchetta giornalistica, quindi, non è solo contenuto scadente, ma anche una violazione dell’etica professionale.
Marchetta e marketing digitale: SEO, guest post e link building
Nel marketing online, marchetta si riferisce spesso a contenuti prodotti con un unico obiettivo: migliorare la visibilità online del committente, spesso senza curarsi del valore per il lettore.
Un classico esempio è il guest post pubblicato su un blog solo per inserire un link verso un sito da promuovere. Questi contenuti sono spesso generici, ripetitivi o scritti male: marchette SEO che servono più a “fare numero” che a informare o coinvolgere.
Anche in questo caso, il concetto di marchetta rimane coerente: un contenuto scritto su misura per ottenere qualcosa — visibilità, traffico, denaro — senza reale autenticità.
Sinonimi di marchetta e termini affini
Pur essendo un termine piuttosto specifico, marchetta può essere sostituito — a seconda del contesto — con alcune espressioni affini:
- Lavoro su commissione (neutro, ma descrittivo)
- Contenuto sponsorizzato (se dichiarato)
- Pubblicità occulta
- Leccata (in tono ironico)
- Lavoretto facile (con accezione sminuente)
- Vendersi (quando viene meno l’integrità dell’autore)
Questi sinonimi aiutano a declinare il significato di marchetta in funzione del tono e dell’ambito in cui viene usato.
Chi è il marchettaro: significato e contesto d’uso
Dal sostantivo “marchetta” deriva un’altra parola ormai di uso comune: marchettaro. Indica chi si dedica abitualmente a questo tipo di lavori — attività su richiesta, fatte senza reale passione, spesso con scarsa qualità, ma con l’obiettivo chiaro di guadagnare o compiacere.
In campo culturale, un marchettaro può essere l’attore che accetta ruoli mediocri solo per incassare, il musicista che si presta a progetti puramente commerciali, o il giornalista/blogger che scrive articoli ad personam per chi lo paga. La cifra distintiva è l’opportunismo: si lavora più per convenienza che per vocazione, spesso sacrificando valori, coerenza o stile personale.
Il termine può essere usato in modo critico, ma talvolta anche con autoironia, soprattutto in ambienti in cui la “marchetta” è quasi una tappa obbligata per sopravvivere nel mercato.