Con il termine “Risorgimento” o “Risorgimento Italiano“, si fa riferimento ad un movimento politico-culturale, il quale portò all’indipendenza dell’Italia.
Esso si sviluppò principalmente tra il 1815 e il 1861, ovvero nel periodo compreso tra il Congresso di Vienna e l’Unità d’Italia.
Le fondamenta di questo fenomeno possono essere sicuramente inquadrate nel sentimento nazionale, il quale era stato ridestato dall’unità conferita all’Italia da Napoleone Bonaparte, mentre solamente pochi anni più tardi (nel Congresso di Vienna del 1815), Metternich, uno dei principali artefici della Restaurazione, definì l’Italia non una nazione, bensì una semplice “espressione geografica”.
L’idea di “Nazione italiana” fu frutto della parte colta della popolazione e l’idea nacque soprattutto dai letterati, i quali si ispiravano a Dante e Petrarca, i quali associavano i periodi più prestigiosi della propria patria all’Impero Romano e al Rinascimento.
Secondo alcune interpretazioni del Risorgimento, il Risorgimento fu una rivoluzione borghese dettata dall’aspirazione della borghesia italiana all’unificazione del mercato interno, ma rimasta incompleta soprattutto per la mancata attuazione di una trasformazione rivoluzionaria dei rapporti di classe nelle campagne.
Nel corso degli anni, vi furono poi diverse interpretazioni revisionistiche del Risorgimento.
Il Risorgimento e il Regno d’Italia
Il Risorgimento viene talvolta identificato con la Rivoluzione Italiana, infatti è il periodo della storia italiana durante il quale la nostra patria conseguì la propria unità nazionale.
La proclamazione del Regno d’Italia, avvenuta il 17 marzo 1861, fu l’atto formale che sancì, a opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d’Italia, il quale si formò mediante annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati Preunitari.
Complessivamente, tali Stati Preunitari contavano, al 1814, circa 20 milioni di persone.
Tra il 1800 e il 1850 poi, la popolazione passò da 18 a 24 milioni di abitanti.
L’aumento demografico fu davvero rilevante, ma comunque inferiore rispetto a quello che si stava verificando nei Paesi dell’Europa nord-occidentale.
Questo fenomeno era dovuto in larga parte al decremento della mortalità (dovuto a sua volta ad una diminuzione delle carestie e alla fine delle grandi epidemie), ma anche (benché si tratti solo di un’ipotesi) all’aumento delle superfici coltivabili, in precedenza boschi o paludi.
A conti fatti, i 3/4 dell’intera popolazione erano quindi concentrati nel Regno di Sardegna, nel Regno Lombardo-Veneto e nel Regno delle Due Sicilie; quest’ultimo rappresentava lo Stato più popoloso di tutti.
Si stima, inoltre, che circa l’80-85% della popolazione viveva nelle campagne e nei borghi rurali; il resto era concentrato prevalentemente nelle grandi città quali Napoli, Milano, Palermo, Roma, Firenze e Torino.
In parole spicciole, il termine Unità d’Italia, indica implicitamente – o sottintende – il processo storico che sta alla base del Risorgimento Italiano.
Cosa si intende con Epoca Risorgimentale?
Con la parola “Epoca Risorgimentale“, si intende l’insieme degli eventi ideologici, culturali, politici, militari, economici e sociali, che tra la fine del Settecento ed il 1861 portarono alla nascita di uno Stato Italiano unitario, indipendente ed ordinato politicamente come monarchia costituzionale sottoposta alla legittima sovranità dei Savoia.
Gli esponenti del Risorgimento Italiano
La storiografia indica in 4 personaggi, gli artefici del Risorgimento, essi sono: Vittorio Emanuele II di Savoia, Camillo Benso di Cavour, Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini.
Re Vittorio Emanuele II era il sovrano del Regno di Sardegna, figlio di Carlo Alberto di Savoia, sconfitto dagli austriaci nel 1849 nella prima guerra di indipendenza.
Vittorio Emanuele ereditò dal padre il trono, mantenne in vigore lo Statuto Albertino e la volontà di modificare gli equilibri della penisola italiana a discapito dell’Impero austriaco.
Il Re, fu coadiuvato in questa operazione dal Presidente del Consiglio Cavour, il quale, da abile diplomatico quale fu, ottenne l’appoggio della Francia, con la quale, a seguito della seconda guerra di indipendenza contro l’Austria, fece guadagnare al Regno di Sardegna cospicui territori dell’Italia settentrionale e centrale.
Ci troviamo a ridosso degli anni 1859 – 1860.
Approfittando quindi del malcontento creatosi nel Regno delle Due Sicilie: la Rivolta della Gancia, il Re Vittorio Emanuele II si affidò allo spirito rivoluzionario di Giuseppe Garibaldi per ottenere anche l’Italia meridionale e fondare il Regno d’Italia, nell’anno 1861.
Un altro personaggio fondamentale del Risorgimento Italiano fu Giuseppe Mazzini, di idee repubblicane, egli fece soprattutto da motore rivoluzionario della macchina risorgimentale, producendo importanti personalità quali Francesco Crispi e lo stesso Garibaldi, i quali man mano si convertirono agli ideali monarchici.
A questi, si affiancarono anche i martri: Carlo Pisacane ed i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera.
Chi sono i protagonisti dell’Unità d’Italia?
Oltre ai già citati Re Vittorio Emanuele II, Camillo Benso, conte di Cavour, Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, all’impresa contribuirono anche 2 personalità straniere, le quali furono fondamentali per la storia del Risorgimento italiano: esse sono l’Imperatore Napoleone III di Francia, che consentì al Piemonte di sconfiggere l’Austria nella seconda guerra di indipendenza, ed il Cancelliere prussiano Otto von Bismarck, il quale consentì all’Italia, nonostante le sconfitte della terza guerra di indipendenza, di acquisire il Veneto.
Il Museo del Risorgimento
Il Museo centrale del Risorgimento al Vittoriano di Roma ,è uno spazio espositivo realizzato nel 1935 e aperto al pubblico nel 1970.
Il Museo del Risorgimento, è dedicato all’epoca risorgimentale.
Ha sede negli spazi monumentali al di sotto del portico e dei due propilei.
L’ingresso è posto sulla sinistra del Vittoriano, attraverso una scalinata posta su Via San Pietro in Carcere.
Il Museo Centrale del Risorgimento al Vittoriano illustra un periodo di storia italiana compreso tra la fine del XVIII secolo e la Prima Guerra Mondiale, il quale viene descritto attraverso l’esposizione di cimeli, dipinti, sculture, documenti (parliamo di lettere, diari e manoscritti), disegni, incisioni, armi e stampe.
All’interno del museo è presente anche il Sacrario delle Bandiere.
L’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano
L’Istituto per la storia del Risorgimento italiano è uno dei 4 istituti storici italiani, diretto della Giunta Storica Nazionale.
L’Istituto per la storia del Risorgimento italiano fu fondato nel 1936 dalla fusione tra la Società Nazionale per la storia del Risorgimento (privata) ed il Comitato Nazionale per la storia del Risorgimento (pubblico) entrambi risalenti al 1906.
L’Istituto ha come compito, quello di promuovere e facilitare gli studi sulla storia d’Italia, dal periodo preparatorio dell’Unità e dell’Indipendenza sino al termine della Prima Guerra Mondiale, raccogliendo documenti, pubblicazioni e cimeli; curando inoltre, edizioni di fonti e di memorie ed organizzando congressi scientifici.
L’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano ha sede a Roma, nel Vittoriano e amministra il Museo centrale del Risorgimento.