La stazione di ricarica elettrica

Una delle incombenze principali per i proprietari o gli utilizzatori di auto elettriche è la ricarica delle batterie.

Questa può avvenire sia nella propria abitazione, utilizzando prese domestiche o industriali, che in una stazione di ricarica elettrica che gestisce l’erogazione mediante un cavo dotato di un sistema di protezione – detto PWM (Pulse Width Modulation) – che garantisce la sicurezza durante l’operazione.

Fatta questa breve premessa, approfondiamo un pò meglio come funzionano le colonnine per la ricarica delle auto elettriche.

Come funzionano le colonnine di ricarica?

Di solito, le colonnine di ricarica si attivano tramite una card o una app fornite dall’operatore scelto per il servizio.

La card (o la app) si usa per avviare la ricarica e poi, al termine, per interromperla.

Essa consente anche di contabilizzare la spesa, di solito suddivisa tra una quota fissa che va all’operatore ed una variabile calcolata sui kWh erogati.

In base alla destinazione d’uso, le stazioni di ricarica per le auto elettriche hanno strutture differenti; infatti si va da quelle a parete, dette anche wall box, installate nei garage o nei parcheggi sotterranei, fino a quelle a palo o a distributore, sistemate nelle strade e nei luoghi pubblici.

Per quanto riguarda invece il tempo di ricarica di un’auto elettrica, esso è determinato dalla potenza (kW) a cui questa avviene.

Bisogna tuttavia tener presente che solo raramente si effettuano ricariche complete, poiché il possessore di un’auto elettrica – al pari delle auto a combustione – è abituato a farne di parziali, indi per cui il tempo di reale occupazione della stazione di ricarica elettrica è inferiore.

fattori che determinano i tempi di ricarica non sono riferibili alla sola potenza della colonnina, ma dipendono anche dalle caratteristiche del veicolo elettrico, in particolare bisogna prestare attenzione a 2 elementi:

  • dimensione del pacco batteria: le batterie con maggiore capacità necessitano di più tempo per ricaricarsi
  • potenza massima accettata dal caricabatteria integrato: fino a 22 kW in corrente alternata, fino a 350 kW in corrente continua

Sistemi a norma di legge

Prima di entrare nel dettaglio di come funziona una colonnina, vediamo brevemente il quadro normativo che regolamenta le infrastrutture di ricarica installate nell’Unione Europea e in Italia.

I riferimenti normativi più importanti sono:

Il primo documento (Direttiva AFID) contiene i requisiti che devono essere rispettati per lo sviluppo di un’infrastruttura a servizio dei combustibili alternativi (tra i quali l’elettrico è al primo posto).

Il secondo documento (PNIRE) è invece un insieme di linee guida promosse dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al fine di orientare lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia.

Il focus normativo è posto sui punti di ricarica accessibili al pubblico, che vengono così definiti:

“Un punto di ricarica o di rifornimento per la fornitura di combustibile alternativo che garantisce, a livello di Unione, un accesso non discriminatorio a tutti gli utenti. L’accesso non discriminatorio può comprendere condizioni diverse di autenticazione, uso e pagamento“.

Le normative citate dividono i sistemi di ricarica in 2 tipologie, in base alla potenza massima:

  • Punto di ricarica di potenza standard: “Un punto di ricarica che consente il trasferimento di elettricità a un veicolo elettrico di potenza pari o inferiore a 22 kW, esclusi i dispositivi di potenza pari o inferiore a 3,7 kW che sono installati in abitazioni private, o il cui scopo principale non è ricaricare veicoli elettrici, e che non sono accessibili al pubblico”. Il punto di ricarica di potenza standard è dettagliato nelle seguenti tipologie di ricarica:
    • lenta = pari o inferiore a 7 kW;
    • accelerata = superiore a 7 kW e pari o inferiore a 22 kW.
  •  Punto di ricarica di potenza elevata: “Un punto di ricarica che consente il trasferimento di elettricità a un veicolo elettrico di potenza superiore a 22 kW”. Il punto di ricarica di potenza elevata è dettagliato nelle seguenti tipologie di ricarica:
    • veloce = superiore a 22 kW e pari o inferiore a 50 kW;
    • ultra-veloce = superiore a 150 kW.
    • accelerata = superiore a 7 kW e pari o inferiore a 22 kW.

La prima categoria (potenza standard) comprende tutti i sistemi di ricarica in corrente alternata (AC – Modo 3 secondo CEI EN 61851) e i sistemi di ricarica in corrente continua di potenza fino a 22 kW (DC – Modo 4 secondo CEI EN 61851).

La seconda categoria (potenza elevata) comprende tutti i sistemi di ricarica in corrente continua di potenza superiore a 22 kW (DC – Modo 4 secondo CEI EN 61851).

Quanto costa ricaricare un’auto elettrica?

Partendo dal presupposto che la spesa dipende da alcuni fattori, quali :

  • il costo dell’energia applicata dal gestore
  • la velocità di ricarica
  • la capacità della batteria del veicolo elettrico

Il costo per kW delle colonnine varia in base al tipo di ricarica:

  • modalità lenta a 22 kW proposta a 0,45 euro al kWh;
  • modalità veloce a 50 kW che richiede 0,50 euro al kWh.

Considerando un veicolo con una batteria da 40 kWh, il costo di una ricarica presso la colonnina si aggira intorno ai 18 euro per la modalità lenta e 20 euro per quella veloce.

Dove ricaricare gratis l’auto elettrica?

Oggigiorno è sempre più facile (anche se non ancora facilissimo) poter usufruire di punti di ricarica gratis per chi viaggia in mobilità elettrica.

Quindi sì, è possibile fare la ricarica dell’auto elettrica senza spendere un euro.

Tuttavia ci sono molte cose che è opportuno sapere:

Strutture come supermercati, grandi centri commerciali offrono la possibilità di una ricarica a tempo a una determinata potenza disponibile.

Tali colonnine sono a disposizione dell’utente e hanno l’obiettivo di favorire la mobilità elettrica, ma soprattutto hanno lo scopo specifico di farti andare lì a fare la spesa.

Insomma, in cambio di corrente alternata per il tuo veicolo, erogata gratis o dal costo esiguo, si cerca di incentivare la spesa in quel punto vendita o in quel centro commerciale qui vicino.

Inoltre, colonnine di ricarica ad erogazione gratuita sono presenti nei punti vendita di insegne come Iper, Decathlon, Tigros, Esselunga, Bennet e Ikea.

Alcune insegne tuttavia stanno già riconsiderando la gratuità o partono direttamente stabilendo convenzioni con i principali gestori (come Enel X): il costo della ricarica è esiguo ma serve la chiavetta o le tessere propria del gestore.

Tieni comunque presente che:

  • di giorno l’operazione è spesso consentita nella modalità di potenza di ricarica lenta e per un tempo massimo di due ore: ciò significa che magari la tua auto non riuscirà a ricaricarsi totalmente (ci sono in ogni caso degli indicatori che segnalano il livello di carica)
  • di notte, a parcheggio chiuso, diversi esercizi offrono la possibilità di ricarica gratuita: puoi lasciare l’auto collegata senza limiti di tempo, ma questa soluzione non è praticabile se non abiti vicino o non hai qualcuno che ti posa accompagnare.

Come aprire un distributore per auto elettriche?

Al pari di qualsiasi attività, anche aprire un distributore per auto elettriche prevede tutta una serie di passaggi burocratici utili all’ottenimento delle varie autorizzazioni.

Con il decreto ministeriale del 3/08/2017 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, il ministero delle infrastrutture e dei trasporti individua e dichiara quali documenti e quali attestazioni servono per segnalare la realizzazione di infrastrutture di ricarica destinate ai veicoli elettrici.

L’imprenditore che vorrà aprire una stazione di servizio dovrà ottenere l’autorizzazione dal comune, previa presentazione di un progetto.

L’infrastruttura dovrà essere collegata nuovamente alla rete di distribuzione o se già predisposta verrà modificata.

Assieme alla SCIA (segnalazione di inizio attività) dovranno essere allegati i documenti di inquadramento del progetto, una relazione tecnica e il progetto tecnico.

Questi documenti forniranno una descrizione completa sul progetto: numero di infrastrutture di ricarica, costi complessivi, indicazione dei soggetti che si occuperanno della manutenzione e della gestione dell’infrastruttura, inquadramento territoriale, cronoprogramma dei lavori, segnaletiche varie e così via.

Secondo varie fonti, è possibile aprire un distributore per auto elettriche (in una stazione già predisposta) con una spesa di circa 20.000 / 25.000 euro.

Il distributore di auto elettriche in franchising

Se la stazione sarà nuova di zecca, il prezzo sarà inevitabilmente più alto; inoltre è possibile aprire un distributore di auto elettriche in franchising con un prezzo di avvio e gestione inferiore.

Fra i tanti fornitori che offrono questo servizio, spicca sicuramente SES Self Energy System, la quale ha pianificato un piano di copertura con oltre 900 stazioni di ricarica veloce per veicoli elettrici in tutta Italia, capaci di garantire il rifornimento di energia del veicolo in 15-30 minuti.

Ogni utente può contare sulla tecnologia Fast 2.0 e 3.0 che, supportando i protocolli CCS (autovetture europee) e CHAdeMO (autovetture asiatico-giapponesi), assicurano la compatibilità con l’intera gamma di vetture presenti sul mercato.

Si tratta di postazioni in corrente continua, capaci di erogare una notevole potenza in termini di kW, che impiegano connettori già utilizzati tra gli altri da Audi, BMW, Chrysler, Citroen, Daimler, Ford, General Motors, Nissan, Porsche, Renault e Volkswagen.

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